mercoledì 5 febbraio 2014

Il contributo della religione alla metafisica per A.N. Whitehead.




La visione filosofica di A. N. Whitehead  prevede che la realtà finale del mondo non sia solo rivelata esclusivamente dal sapere scientifico ma anche dall'esperienza religiosa.

Nella filosofia del processo infatti l'integrazione delle scoperte scientifiche, con le intuizioni religiose rappresenta un'importante obiettivo da realizzare e questa possibilità è suscettibile di realizzazione solo se ambedue (scienza e religione), spogliati della loro autorità, decidono di contribuire, ognuno nella propria sfera d'azione, alla formulazione di un sistema che possa essere interpretato come attendibile ed il quale  risultato,  anche se differenziato a causa del rispettivo ramo d'indagine, possa essere letto omogeneamente e che sia sostanzialmente libero da quelle peculiari discrepanze metafisiche che sono relative ai particolari metodi di indagine implicati (per esempio: la scienza con il suo naturalismo sensorio e la religione con la sua fisiologia spirituale non-sensoria).

Il pensiero di Whitehead è critico su alcune funzioni della scienza e su alcune funzioni della religione ma allo stesso tempo altre funzioni della scienza e della religione sono individuate da Whitehead come indispensabili per una seria ricerca.

Nelle sue principali opere il nostro filosofo critica i momenti storici nei quali sia la religione che la scienza, con le loro chiusure in se stesse e con i loro arroccamenti nei dogmi formulati, abbiano di fatto escluso quella 'novità' che Whitehead reclama come necessaria per il divenire di entrambe (che in fondo si nutrono dello stesso cibo e le quali vivono per la stessa ragione).
E' proprio in quest'ottica quindi che deve essere letto il messaggio di collaborazione per entrambe le discipline che spogliate della convinzione della propria autosufficienza, finalmente possano coalizzarsi nel raggiungimento del comune interesse: la comprensione della realtà.

Il brano da me tradotto dall'originale inglese è tratto dal "Il divenire della religione" e si sofferma sullo specifico ruolo che la religione assume come contributo ad una metafisica.
Per quanto riguarda alcune frasi da me tradotte, ho preferito non tradurre letteralmente il testo, in questo modo ho cercato di rendere la lettura più comprensibile nonostante le infinite difficoltà dovute alla comprensione ed alla corretta interpretazione del pensiero dell'autore. I grassetti che sono stati inseriti sono i miei e non dall'autore.

Il contributo della religione alla metafisica
(tradotto da 'Religion in Making' - Il divenire della religione -)


"Nelle conferenze precedenti, l'esperienza religiosa è stata considerata come un dato di fatto.
Quest'esperienza consta in qualche modo, di una certa estesa e diretta comprensione di un caratteristica (character) che si trova esemplificata nell'universo attuale.
Tale caratteristica (dell'universo) include in se stessa alcuni presupposti metafisici.
Considerato che noi nutriamo fiducia nell'oggettività delle intuizioni religiose, in questo senso possiamo sostenere che le dottrine metafisiche sono ben fondate.
E' per questo motivo che nelle precedenti conferenze ho voluto insistere nel considerare l'esperienza religiosa nella sua più ampia accezione.
Se in questa fase del pensiero, includiamo i punti di divergenza radicale tra le principali correnti religiose, l'intera forza probatoria risulterebbe indebolita, ed è quindi per questa ragione che nell'esperienza religiosa non possiamo considerare, come contributo alla metafisica, quella prova diretta di un Dio personale, in qualunque senso vogliamo intenderlo, sia trascendente che creativo.
L'universo, in questo modo concepito, risulta completamente indipendente. Il corpo inquina  la mente e la mente inquina il corpo. L'energia fisica sublima se stessa nello zelo e al contrario lo zelo stimola il corpo. I limiti biologici trapassano in ideali di modelli e la formazione dei modelli affeziona così i fatti biologici. L'individuo diventa un elemento formativo per la società, la società diventa un elemento formativo per l'individuo. I mali particolari infestano l'intero mondo, i beni particolari indicano il modo per sfuggire da questi mali.
Il mondo è allo stesso tempo un'ombra che passa ed un fatto finale. L'ombra passa nel fatto reale, in modo da essere costitutiva di esso, e ancora il fatto reale è prima dell'ombra. C'è un regno dei cieli che è prima del passaggio effettivo delle cose reali, e vi è lo stesso regno che trova il suo completamento attraverso la realizzazione di questo passaggio .
Ma come il regno dei cieli trascende i mondi naturali, nello stesso modo questo mondo trascende il regno dei cieli. Così il mondo è visto come male ed il regno dei cieli è invece il bene. Il regno dei cieli è nel mondo ma non è di questo mondo .
Il mondo attuale costituito da attività fisica, questo mondo dell'esperienza e del pensiero  è una comunità realizzata da molte entità diverse, e queste entità contribuiscono, o derogano, a formare il valore comune della comunità considerata nella sua totalità. Allo stesso tempo  queste entità reali costituiscono per se stesse, il loro proprio valore, che è individuale e separabile. Esse contribuiscono al comune sostegno e nello stesso tempo soffrono in solitudine. Il mondo è uno scenario di solitudine in comunità .
L'individualità delle entità (delle persone singole reali) è altrettanto importante quanto la loro comunità. L'oggetto della religione è l'individualità in comunità."


2014@jahro'

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