sabato 8 febbraio 2014

Empedocle: la gloria della Sicilia antica e filosofica.



Empedocle scruta l'universo
Luca Signorelli (Cortona ca. 1445-1523)
Orvieto - Cappella Nuova


Empedocle nacque ad Agrigento tra il VI ed il V secolo prima della nascita di Cristo.
La sua è una figura che si impone tra la leggenda e la storia e viene ricordato non solo come uno dei più grandi pensatori presocratici della Sicilia antica, ma anche come taumaturgo, veggente e profeta.
Si ritiene che Empedocle sia vissuto dopo Parmenide, ma sembra più vecchio di Democrito di una trentina d’anni.
Il grande poeta tedesco Hölderlin, che conosciamo per il suo temperamento mistico e per la ricerca incessante della via dell’Assoluto, nella tragedia incompiuta “Morte di Empedocle” ci ricorda la figura sublime del filosofo siciliano e delineandone la grandezza, ci rivela quel ciclo inesorabile dell’accadere, in cui è inserita la vita dell’uomo, e ci fa penetrare con i suoi versi poetici nei misteri e nelle profondità di Dio e del mondo.
Questi sono alcuni versi che il personaggio di Empedocle pronuncia nel dramma Hölderliniano:

“Certo, io so tutto e posso dominare tutto.
Come fosse opera delle mie mani riconosco
e governo come voglio ciò che vive,
sono signore degli spiriti.
Mio è il mondo e tutte le forze
mi sono soggette, mia serva è divenuta
la natura bisognosa di un padrone,
e se ancora ha onore, è grazie a me.
Cosa sarebbero il cielo e il mare,
le isole e le stelle e tutto ciò che si stende
davanti agli occhi degli uomini, cosa sarebbe
questo lugubre vibrare di cetra, se io
non gli infondessi suono, lingua, anima? Cosa sono
gli dèi e il loro spirito, se io non li annuncio? Ora dimmi, chi sono io?

(La morte di Empedocle 2ª stesura, atto i,scena iii, vv. 497-511, tr. it. a cura di L. Balbiani e E. Polledri, pp. 191-92.93)
Queste parole sembrano riecheggiare i versi di un’altra meditazione mistica, quella del celebre poeta sufi Ibn Arabi che dice: 
“Egli (Dio) glorifica me nel momento in cui Lo glorifico. Egli mi adora, nel momento in cui Lo adoro".

Dopo questa breve parentesi torniamo a Empedocle.
Il mito ci tramanda la sua scelta volontaria di morte avvenuta lanciandosi nel fuoco del vulcano Etna che domina la città di Catania, e Diogene Laerzio riferì un racconto nel quale si dice che il vulcano rigettò uno dei suoi sandali tramutato in bronzo. Da notare che nel presunto punto di ritrovamento del sandalo fu eretto un tempietto in onore di Empedocle e nello stesso punto, più di recente, è stato costruito un osservatorio sismologico chiamato “Torre del Filosofo”. 
Anche la città di Messina volle appropriarsi della morte del filosofo ed una voce ci tramanda che egli morì cadendo da un cocchio mentre si recava in questa città ed il suo corpo sarebbe sepolto nei pressi di Megara Iblea.
Fu lui che propose la teoria dei quattro elementi primari nella formazione dell’universo: acqua, aria, terra e fuoco, visti come elementi divini e qualitativamente distinti. Empedocle ci ha lasciato un certo numero di canti poetici/filosofici, nei quali già si prepara e si sviluppa anche la teoria degli atomi (chiamati ‘radici’).
Le sue conoscenza di astronomia, botanica, fisica, medicina (è considerato il padre della scuola medica siciliana), oltre alla sua natura prettamente poetica e filosofica, lo pongono su un piano che si situa fra scienza e metafisica ed in questo senso si erge come un gigante dell’epoca antica.
La sua visione cosmologica, che probabilmente oggi possiamo definire come ‘organica’, risulta estremamente attuale e riflette un pensiero filosofico universale poi ripreso da altri grandi pensatori e filosofi: il ‘tutto’ è in una dimensione di relazione reciproca e l’unità dell’esser/uno è l’unica via per concepire il mondo, così il molteplice trova la sua ‘radice’ nell’Uno.
E’ anche in questo senso che nascita e morte non esistono, nulla che ‘è’ può ‘non-essere’ e le cose del mondo che noi percepiamo, per Empedocle non sono altro che il processo di fusione e separazione di questi quattro elementi fondamentali che restano eternamente identici a se stessi.


 2014@jahro'


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